venerdì 24 settembre 2010

Tornare, ripartire. Modi all'infinito. Ma è tanto per dire.

venerdì sera. pioggia continua e penso che potrei cominciare da qui.
ritrovare le mie mani, dimenticare questa città.

[e ti direi che ultimamente capita di sentirmi un po' stretta, involuta.]

lunedì 16 agosto 2010

Riprendere il filo.

Il rumore della centrifuga mi ricorda che l'intera casa potrebbe decollare da un momento all'altro.
Non sarebbe male per ovviare alla poca originalità delle ultime ore.
A parte la grandine, le impalcature tremolanti e i progetti di rivoluzione, s'intende.

martedì 27 luglio 2010

Cose da gestire.

Che Milano si svuoti non basta.
Si svuotassero le mani, si vuotassero gli occhi e le tasche e tutte queste supposizioni.
Si sa che fa caldo. Si sa che il caldo consuma i pensieri, scava linee imprecise sulla schiena. Nemmeno il tempo di alzare la testa. Nemmeno il tempo di dire è adesso che mi bruciano le piante dei piedi, è adesso che dovrei spingere più forte sulle gambe, tollerare questi giorni così fisiologici, queste ore così sintomatiche, capire che ogni minuto è un guadagno, di fatica e sudore.

lunedì 5 luglio 2010

Riflettere sul concetto di famiglia.

Io di gatti non ne ho mai voluto sapere. Sono indipendenti e se ne infischiano di te.
Poi giri per casa e non sei mai tranquillo: un cosino nero pieno di pelo potrebbe sempre decidere di partire all'assalto.
E proprio quando meno te lo aspetti!

lunedì 21 giugno 2010

Essere lontani da casa.

ci sono queste ore della notte. di solito le ore in cui capisco che non ha senso preoccuparsi. della punteggiatura e degli errori e tutto il resto. mia madre mi chiama dall'altra stanza. e le gambe si muovono mentre mi avvicino all'acqua veloce. i ricordi sono una fila regolare. e ho le braccia alzate. penso a spegnere la luce. poi mi allaccio meglio le scarpe. e il freddo mi entra sotto la maglietta. la neve sopra tutte quelle panchine. tu ridi. io penso qui sarà buono per nascondermi. così ritorneremo. e poi saremo vento.

domenica 13 giugno 2010

venerdì 4 giugno 2010

Tirare tardi la sera.

Le mani stringono forte il manubrio. Mi riprometto d'essere veloce abbastanza da non tirarmi dietro nemmeno un pensiero. E Milano, che si appiccica sotto le ruote, mi conserva come un ricordo.
Un soffio, per ogni metro d'asfalto bruciato.

martedì 1 giugno 2010

Fare le cose come si deve.

Mi ci vuole sempre un po' per digerire. Ma non credo si tratti di un qualche inghippo superegoico.
Forse piuttosto la mia consueta voracità: mi nutro come se, a parte quello, non ci fosse nient'altro da dire, sentire, capire.

lunedì 31 maggio 2010

Dare la colpa ad altri.

Sarà perchè è lunedì. Oppure perché avevo finito la carta.
Ma magari c'entra solo quella faccenda dell'autoreferenzialità.
Che solo a dirlo mi si impastano le dita.