ci sono queste ore della notte. di solito le ore in cui capisco che non ha senso preoccuparsi. della punteggiatura e degli errori e tutto il resto. mia madre mi chiama dall'altra stanza. e le gambe si muovono mentre mi avvicino all'acqua veloce. i ricordi sono una fila regolare. e ho le braccia alzate. penso a spegnere la luce. poi mi allaccio meglio le scarpe. e il freddo mi entra sotto la maglietta. la neve sopra tutte quelle panchine. tu ridi. io penso qui sarà buono per nascondermi. così ritorneremo. e poi saremo vento.
Nessun commento:
Posta un commento